Sono sempre di più le PMI che ricorrono ai minibond

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La semestrale ricerca condotta da Bureau van Dijk ed Eidos Partners sulle società emittenti minibond e cambiali finanziarie, per la prima volta evidenzia un significativo cambiamento delle caratteristiche delle società emittenti. Le società che hanno fatto ricorso alle emissioni nel corso del primo semestre 2016 risultano sempre più vicine alla concezione tradizionale di PMI italiana per cui lo strumento è stato pensato.

Nel primo semestre del 2016, l’ammontare delle emissioni di minibond e cambiali finanziarie – per un totale di 25 operazioni – ha raggiunto 167 milioni di euro. Rispetto alle emissioni degli anni precedenti si registra una significativa riduzione delle cedole ed un allungamento dei termini di scadenza.
Nel 2016 circa il 30% delle emissioni presentano una garanzia (es. pegno su magazzino o garanzie rilasciate da enti terzi come il SFIR, Rete Fidi Liguria o il Fondo Europeo degli Investimenti).

La ricerca elaborata da Bureau van Dijk ed Eidos Partners prende ad esame tutte le emissioni di ammontare inferiore a 50 milioni di euro quotate sul segmento ExtraMOT PRO di Borsa Italiana e va ad analizzare le caratteristiche delle società emittenti (ad eccezione di quelle attive nel settore finanziario) sia da un punto di vista economico-reddituale che da un punto vista qualitativo (es. grado di innovazione e di internazionalizzazione).

Il 54% delle società emittenti registra ricavi a livello consolidato inferiori a 50 milioni di euro.

Nel 2016 tale percentuale aumenta all’85% con una media dei ricavi delle vendite pari a circa 30 milioni di euro.

L’85% delle società che hanno emesso un minibond ha un EBITDA margin maggiore del 5%. Nel 2016 tale percentuale aumenta al 90%.

E’ interessante notare che le società caratterizzate da un’elevata marginalità hanno ottenuto un risparmio sulla cedola che risulta mediamente più bassa di 60 bps per le aziende con EBITDA margin > 10% e di 105 bps per le aziende con EBITDA margin > 20%.

Grazie al database AIDA di Bureau van Dijk è stato inoltre analizzato il grado di eleggibilità delle imprese rispetto alla garanzia fornita dal Fondo Centrale MCC, da cui è risultato che il 65% delle società emittenti (quelle appartenenti alle fasce I e II della classificazione del Fondo) dispone dei requisiti necessari per accedere alla garanzia pubblica su tale strumento.

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Per quanto riguarda gli aspetti qualitativi, le imprese emittenti nel primo semestre 2016 realizzano circa il 30% di fatturato all’estero ma solo il 15% ha almeno una partecipazione all’estero.
Analizzando il grado di innovazione tecnologica le imprese emittenti nel 2016 risultano meno innovative rispetto a quelle dello scorso anno con solo una impresa con brevetto depositato.

Sarebbe interessante analizzare l’innovazione e l’internazionalizzazione di queste imprese tra qualche anno per verificare se realmente i minibond possano confermarsi uno strumento incentivante.

Dall’analisi dei documenti d’ammissione a quotazione si osserva inoltre che anche nel 2016 l’utilizzo di parametri finanziari (c.d. covenant finanziari) a tutela degli investitori è molto frequente essendo utilizzato in più del 60% dei casi.

Tutti i dettagli della ricerca sono disponibili sul sito di Piattaforma PMI promosso da Eidos Partners ed Officine CST e sul sito di Bureau van Dijk, scelto come partner di PiattaformaPMI assieme a Mendelsohn per la fornitura di servizi economico-finanziari dedicati alle piccole e medie imprese italiane.

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(Fonte: COMUNICATO STAMPA Eidos Partners – Bureau van Dijk)[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]

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