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Nel sondaggio EY – Ipsos, l’impatto della digital transformation in Italia
Donato Iacovone, AD di EY in Italia e Managing Partner dell’Area Mediterranea, e Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos in Italia, hanno anticipato in questi giorni i risultati del sondaggio, parte di un più ampio progetto di ricerca focalizzato sulla digital transformation, che fornisce uno scenario del clima di opinione del Paese, insieme a uno specifico approfondimento dell’impatto dei processi di digitalizzazione dell’economia su popolazione e imprese. Il sondaggio sarà illustrato nell’ambito dell’undicesima edizione dell’EY Capri Digital Summit, in programma il 3-4-5 ottobre a Capri.
Futuro del Paese: crescono gli ottimisti
Dal punto di vista generale, si registra un significativo miglioramento del sentiment sia della popolazione sia delle imprese. In particolare, cresce la porzione degli ottimisti (38%), cioè coloro che guardano con fiducia al futuro del Paese e che sopravanzano per la prima volta, seppur di poco, i pessimisti (36%). Il miglioramento del clima non si riflette ancora nella crescita della fiducia dei consumatori, che rimane sostanzialmente allineata al dato della prima parte dell’anno.
Cresce la fiducia nelle imprese, soprattutto nelle PMI
Continua, invece, il trend in crescita della fiducia della popolazione nelle imprese italiane, in particolare nelle piccole e medie aziende (72%), ad oggi il dato più elevato registrato dall’inizio della crisi. Cresce anche in maniera significativa la fiducia nelle grandi aziende (55% contro 48% nel maggio 2017).
Il 30% delle famiglie è ancora privo di connessione web
Venendo alla digitalizzazione, gli elementi di maggior rilievo riguardano la continua espansione della diffusione di Internet tra la popolazione: due persone su tre nel 2017 hanno utilizzato la rete e quasi una su due la utilizza tutti i giorni. Il 30% circa delle famiglie, però, risulta ancora privo di connessione col web.
Accesso alla rete: lo smartphone supera largamente l’uso di PC e tablet
L’utilizzo di smartphone per l’accesso alla rete ha ormai largamente superato l’uso di PC e tablet, soprattutto tra i giovani: oltre il 74% di quelli in età compresa tra i 14 e i 24 anni, con punte dell’81% nella fascia 18-19 anni. Grazie all’espansione della rete aumenta notevolmente l’accesso alle fonti d’informazione, seppure con importanti problematiche sotto il profilo delle cosiddette fake news. In particolare, il 47% ritiene le news meno affidabili a causa delle manipolazioni via web, anche se la maggioranza degli intervistati (52%) si considera in grado di distinguere le notizie vere da quelle false.
Metà degli italiani acquista on line
Con l’espansione di Internet crescono anche gli acquisti online: circa metà degli italiani dichiara di aver effettuato nel 2016 acquisti online (contro il 20% del 2005).
il livello di digitalizzazione cresce nelle grandi imprese, resta basso nelle piccole
Per quanto riguarda le aziende, dai dati Istat emerge che anch’esse si stanno muovendo verso la digitalizzazione: nell’ultimo triennio hanno investito, soprattutto nell’area della sicurezza informatica (45%) e delle applicazioni web e mobili (28%). Ciononostante, il livello di digitalizzazione delle aziende è ancora basso o molto basso, soprattutto tra le imprese di piccole dimensioni (89%), mentre cresce significativamente nelle grandi aziende (il 48% ha un livello di digitalizzazione alto o molto alto).
In generale, la trasformazione digitale delle imprese non viene percepita come un rischio, nemmeno da chi opera nel mondo del lavoro e delle imprese: mediamente il 78% della popolazione italiana vede nella digitalizzazione soprattutto effetti positivi, in relazione al modo di organizzare il lavoro e la produzione e il 72% dei lavoratori vede effetti positivi anche in relazione al proprio lavoro.
La digital transformation cresce soprattutto al Nord
Importante anche l’andamento della spesa in piattaforme cloud (circa il 6-7% sul totale spese ICT), che è pari al doppio della media dell’Unione Europea. Particolarmente pronunciata la crescita dei progetti di trasformazione digitale nelle regioni ad alta vocazione industriale (Nord Est, Lombardia, Emilia Romagna): 42% contro il 38% del resto d’Italia.
(Fonte: IPSOS)
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