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Otto progetti guidati da altrettanti centri di ricerca sono stati ammessi alla seconda fase del Bando del Ministero dello Sviluppo per accedere ai 73 milioni di euro per finanziare i competence center.
Il MiSe ha pubblicato la graduatoria contenente l’elenco dei Competence Center ammessi alla seconda fase, propedeutica allo sblocco dei finanziamenti; il prossimo step è quello di analizzare lo stato dell’arte delle PMI italiane per raggiungere standard di eccellenza nell’innovazione.
Cosa sono i Competence Center
I Competence center sono poli di innovazione, costituiti tramite un partenariato pubblico-privato con almeno un organismo di ricerca e una o più imprese e rappresentano un supporto concreto per le imprese che intendono investire nella trasformazione tecnologica dei processi produttivi in chiave digitale.
Lo scopo primario dei Competence Center è far toccare con mano l’Industria 4.0, rivestendo non solo il ruolo di guida nei confronti di piccole e medie imprese, ma anche fornendo spunti per la formazione delle persone che compongono l’impresa ad ogni livello.
Da teoria a spazi di condivisione
I Competence Center comporranno l’elemento fondamentale del network di competenze e conoscenza a cui il Piano Industria 4.0 punta: non si tratta infatti di un accordo su carta, bensì della realizzazione di veri e propri spazi fisici in cui le tecnologie sono visibili e in cui l’impresa ha l’occasione di confrontare le diverse soluzioni di modernizzazione dei processi produttivi.
La competitività delle imprese del futuro deriverà direttamente dal loro livello di innovazione, e i Competence Center mostreranno quali tecnologie vanno adottate per completare il processo di rivoluzione tecnologica in atto.
Dove sorgeranno i Competence Center
Ogni centro di ricerca ha suscitato l’entusiasmo di decine di imprese, creando gruppi complessi e eterogenei. Un esempio è quello del Politecnico di Torino, che attorno al suo progetto Manufactoring 4.0 ha raccolto i consensi di partner come FCA, GE Avio e Tales Alenia. A loro il compito di mettere a disposizione delle PMI italiane le proprie competenze nell’intelligenza artificiale, nello studio dei materiali e nella computer science.
Le università emiliane, guidate dall’Alma Mater Studiorum di Bologna hanno scelto come fulcro lo studio dei dati improntato al raggiungimento dell’eccellenza nel campo della ricerca; i settori maggiormente coinvolti saranno l’Agrifood, l’e-health e l’automotive.
Non meno importanti le università del Mezzogiorno: l’Università Federico II di Napoli coadiuvata dal Politecnico di Bari (assieme ad altri quattro atenei del Sud Italia) concentrerà le sue energie nello sviluppare progetti di diffusione e implementazione delle tecnologie abilitanti. Questo progetto porta il nome di Industry 4.0, dedicato all’Aerospazio, alle innovazioni in campo Agrifood e alle ultime tecnologie per il settore Automotive.
Gli otto Competence center
- Politecnico di Torino – Manifacturing 4.0
- Politecnico di Milano – Made in Italy 4.0
- Alma Mater Studiorum Bologna – BI- REX (Big data Innovation & Research EXcellence)
- Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – Artes 4.0
- Università degli studi di Padova – SMACT
- Università degli studi di Napoli Federico II – Industry 4.0
- Consiglio Nazionale Ricerche – Start 4.0
- Università degli studi La Sapienza – Cyber 4.0
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