200 milioni contro delocalizzazioni e 850 per i contratti di sviluppo

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Calenda non aspetta la risposta Ue e annuncia il nuovo “fondo contro delocalizzazioni”

Il caso Embraco, l’azienda con stabilimento vicino Torino a rischio chiusura, ha scatenato la pronta reazione del Ministro che, dopo aver sollecitato l’attenzione della UE sul rischio delle delocalizzazioni, ha preso subito dei provvedimenti senza attendere la risposta dell’Antitrust di Bruxelles.

200 milioni contro delocalizzazioni e 850 milioni per i contratti di sviluppo

Il 28 febbraio il Ministro Calenda ha annunciato che “Il CIPE ha deliberato 200 milioni per il fondo per il contrasto alle delocalizzazioni e 850 milioni per i contratti di sviluppo: 1 miliardo e 50 milioni per gestire i processi di reindustrializzazione, le transizioni e le crisi industriali. La politica industriale di sviluppo rappresentata da Impresa 4.0,  dal piano straordinario Made in Italy e  dalla Strategia Energetica Nazionale, viene ora affiancata da una politica industriale di protezione per i lavoratori e le aziende spiazzate da innovazione tecnologica e globalizzazione”.

La dotazione iniziale del fondo, nei piani del Ministero, sarà incrementata anche da privati ed istituzioni sottoscrivendo quote di minoranza.

Un nuovo compito per Invitalia

Il nuovo strumento dovrà sostenere gli investimenti e l’occupazione di grandi complessi industriali e sarà gestito da Invitalia, controllata del Mini­stero dell’Economia, che curerà la transizione fino al ricollocamento finale sul mercato mantenendo i livelli occupazionali preesistenti.

I beneficiari del fondo saranno prioritariamente grandi e medie imprese manifatturiere, con particolare riferimento a quelle che fanno parte di multinazionali che cessano l’attività produttiva.

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